Nel 1004 d.C. fu allestito un fastoso banchetto a Palazzo Ducale in occasione delle nozze tra Giovanni Orseolo, figlio del Doge di Venezia Pietro II° Orseolo, e la Principessa bizantina Maria Argyropoulaina (detta anche Maria Argyra). Tutti gli occhi erano puntati su questa misteriosa “donna di Costantinopoli” che di certo non passò inosservata agli invitati. Ciò che destò stupore non furono tanto i suoi tratti orientali ed esotici, ma ben altro!
Durante i festeggiamenti Maria estrasse da un piccolo scrigno una… forchetta d’oro a due rebbi che utilizzò per portare il cibo dal piatto alla bocca. Quest’episodio fece rimanere tutti gli invitati a bocca aperta perché ai quei tempi, infatti, era usanza mangiare solo con le mani senza l’uso di utensili. Maria portò con sé una ventata di aria fresca, di eleganza e regalità. Ebbe il coraggio di affermare la propria identità e cultura, sfidando l’etichetta veneziana con un semplice utensile.
Essendo la forma della forchetta simile ad un forcone, con cui è solitamente rappresentato il diavolo, il clero la denominò in tono dispregiativo piròn, dal greco peìro, ovvero “infilzo”, in difesa della semplicità delle usanze tipiche veneziane.
Dopo la prematura scomparsa di Maria e il marito Giovanni – sepolti assieme al figlio nella chiesa di San Zaccaria – il “piròn” ricomparve a Venezia settant’anni dopo, nel 1071, in occasione del matrimonio tra il Doge Domenico Selvo e Anna Teodora Dukas, l’ultima dogaressa bizantina a Venezia.
Anna volle conquistare i veneziani insegnando alle dame i segreti del trucco e danze bizantine. Ma la novità più importante, che portò scompiglio a Palazzo Ducale, fu proprio l’introduzione dell’uso della forchetta, sia nelle occasioni ufficiali che nella cerchia delle famiglie più importanti della città.
A causa però dell’associazione del piròn al demonio, ci vollero quasi altri cinque secoli prima che la forchetta diventasse di uso comune. Solo nel corso del Medioevo divenne strumento indispensabile sulle tavole dell’aristocrazia e del popolo.
Il nome del Ristorante è un omaggio alla coraggiosa Principessa Argyra, resa indimenticabile per la sua “eredità”: il piròn d’oro, che ha suggellato indissolubilmente la sua eterna unione con Venezia.
1800
GRAND RESTAURANT-TERRASSE
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Il Ristorante Principessa è una pietra miliare di Venezia con molti anni sulle spalle e molte esperienze da raccontare. Questa cartolina risale al 1800 ed è una delle prime testimonianze che abbiamo del Ristorante, che già all’epoca era noto per la sua grande terrazza vista laguna in Riva degli Schiavoni.
1948
PEGGY GUGGENHEIM
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Nel corso degli anni, il Principessa ha aperto le sue porte a milioni di ospiti provenienti da tutto il mondo. Abbiamo avuto l’onore di ospitare Peggy Guggenheim, l’ultima dogaressa di Venezia, qui immortalata nella nostra terrazza in Riva degli Schiavoni. Nel 1948, l’anno della foto, visitò Venezia perché partecipò alla XXIV° Biennale d’ Arte con una propria esposizione. Fu un evento epocale con un’enorme risonanza.
1985
LA TERZA GENERAZIONE
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Una nuova direzione, un nuovo inzio.
Al Ristorante Principessa si vive a pieno l’autenticità veneziana dal 1985.
Giunti alla terza generazione e fieri della nostra storia, ci piace farti riscoprire i valori di un tempo passato in cui ci si ritrovava attorno alla tavola per condividere il piacere di stare in compagnia con le persone che ci stanno più a cuore.
Ristorante Principessa
Il Ristorante Principessa coniuga gli elementi gastronomici attuali con la tradizione culinaria veneziana in luogo autentico e magico. Siamo i primi a raccontare e ricordare la storia della forchetta d’oro, simbolo del ristorante stesso.
La nostra missione è trasmettere l’essenza autentica della cucina veneziana strizzando l’occhio alla modernità: ti accompagniamo alla scoperta della tradizione culinaria lagunare attraverso l’uso delle migliori materie prime sapientemente combinate tra loro dal nostro chef.